Se a Napoli cercate un ristorante che sia la gioia dei vegetariani, ma dove anche i carnivori potranno deliziarsi, Mangiafoglia (Via Giosuè Carducci, 32) è il ristorante che fa a caso vostro.
Al Mangiafoglia la cucina semplice e leggera, non strettamente territoriale ma stagionale e di qualità, vede i classici della cucina italiana, reinterpretati con maestria dalla chef Costanza Fara, sarda di origine e campana di adozione, tanto poco avvezza ai momenti mediatici, quanto tanto abile ai fornelli (ma abbiamo spuntato una bella chiacchierata con lei e alla fine, mandandomi in brodo di giuggiole, ci ha anche mostrato i suoi attrezzi originali sardi, con cui prepara la pasta fresca e i dolci sardi, alcuni dei quali riccamente decorati, proprio con quegli attrezzi che custodisce gelosamente).La fusione tra le due cucine è dunque logica, con proposte (vegetariane, di carne e di pesce) dalle due regioni, ma anche da altre regioni italiane, disponibili sia a pranzo che a cena, in aggiunta alle colorate insalate o alle zuppe, ideali nel periodo invernale, variabili in relazione alla stagione e secondo l'estro della chef , che è possibile vedere all'opera, mentre prepara le vostre pietanze dall'ampia vetrata sulla cucina.
Nella nostra visita, abbiamo gustato principalmente pietanze sarde, iniziando con crema di formaggio sardo e pane carasau, proseguendo con deliziosi malloreddus alla campidanese e superbi spaghetti al nero di seppia con carciofi, bottarga e muggine di Cabras, e terminando poi con un'ottima seada al miele di castagno.
Ambiente adatto sia alla pausa pranzo lavorativa o un pranzo veloce tra amiche (si parte da 9 euro), ma anche una cena romantica, menù essenziale e senza fronzoli, serate a tema, mostre e musica jazz dal vivo, il Ristorante Mangiafoglia vera e propria galleria di cibo contemporaneo, nasce dalla volontà di Stefano Civita e suo figlio Federico di rappresentare la napoletanità. Il termine Mangiafoglia, non a caso, richiama un periodo storico ben preciso e identifica una vera e propria filosofia di vita più che lo stile alimentare adottato dal popolo napoletano fino al XVI secolo, definito appunto 'mangiafoglie' per il gran consumo di verdure, fino all'avvento della pasta, che l' ha poi trasformato in 'mangiamaccheroni'.