Antica Pizzeria Port’Alba: l’interpretazione della pizza napoletana di Gennaro Luciano con le farine Polselli. Ospite Paolo Magrelli, l’arte della norcineria
Il terzo appuntamento del ciclo di eventi promossi dall’Azienda Polselli S.p.a di Arce, in provincia di Frosinone, una importante realtà molitoria che in Campania, in particolare a Napoli, lega il suo nome a quello della pizza, ci ha fatto conoscere il 25 maggio scorso l’ Antica Pizzeria Port’Alba, accreditata come la prima di Napoli, oggi gestita dal maestro pizzaiolo Gennaro Luciano, la quarta generazione.
La storica pizzeria nata nel 1738, è stata nei secoli ritrovo di grandi illustri e di artisti, come Re Ferdinando di Borbone detto “Re Nasone” che vi si recava sotto mentite spoglie per gustare la pizza pomodoro e mozzarella (all’epoca senza nome) e per ascoltare il popolo e parlare del regno; poi Salvatore Di Giacomo, Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio, Antonio Cardarelli, Giuseppe Moscati per citarne alcuni altri, fino ad arrivare ai nostri tempi con il grande cantante Pino Daniele che al tavolo 6 della pizzeria insieme a Tullio De Piscopo iniziò a scrivere il progetto dell’album “Terra Mia”, le cui musiche ci sono state riproposte durante la serata con la “posteggia” del maestro Christian Vollaro. Aneddoti e storia ci sono stati raccontati Gennaro, abile pizzaiolo che ha cominciato a soli 14 anni imparando da suo padre Don Vincenzo Luciano, decorato cavaliere della Repubblica per il suo lavoro svolto negli anni e che già ai suoi tempi usava farine Polselli.
Gennaro oggi insegna ai giovani di tutto il mondo ed ha tramandato la sua arte a suo figlio Antonio, futuro erede della tradizione di famiglia. Ospite della serata Paolo Magrelli, maestro artigiano di Norcia che ci ha parlato dell’antica arte norcina e guidandoci nell’assaggio di gustosi salumi realizzati con ricette personalizzate: guanciale, arista stagionata, prosciutto tagliato al coltello, porchetta a cui è stato abbinato champagne che andava giù una meraviglia, la Cuvèe Brut Laurent-Perrier.
Le pizze di Gennaro Luciano: con un impasto morbido e fragrante due classiche, alici e pomodori del piennolo dop e la “Don Salvatore” con provola scarola, pecorino e olive dedicata alla memoria del fratello scomparso lo scorso anno, in abbinamento Fiano di Avellino cantina Terredora e un ripieno innovativo “Sole nella Luna”, con provola, ricotta di bufala, pancetta, pecorino, pomodorino giallo, in abbinamento Castello delle Femmine di Terre del Principe blend di Pallagrello e Casavecchia.
Per finire, le spettacolari torte di un giovane maestro pasticciere e mâitre chocolatier napoletano, Mario Di Costanzo ( di cui vi parlerò quanto prima), servite con vino Passito d’Ischia Giardini Arimei.
La serata è stata sostenuta dall’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN)
A presentare la serata che ha visto unite la Campania e l’Umbria per la valorizzazione della tradizione, la giornalista Antonella D’Avanzo.
Grazie a Tonia per le foto del presente post.