Una bella serata all’aperto, a bordo piscina, tra storia, tradizione e aneddoti.
Al Quartum Store Cantine di Criscio di Quarto, le pizze fritte e i fritti di strada sono stati protagonisti di una piacevole serata di quasi inizio estate, di cui vi avevo già anticipato il menù, qui.
Attilio Bachetti della pizzeria “Da Attilio” alla Pignasecca, Salvatore Di Matteo dell’omonima pizzeria in via Tribunali (entrambi a Napoli), i magistrali esecutori coadiuvati dai rispettivi staff, delle versioni classiche o più estive di questi cibi da strada precorritori degli attuali fast e finger food: ripieni con scarole o cicoli e ricotta, montanare con pomodoro fresco, crocchè, melenzane, zeppole….
I fritti di strada a Napoli, infatti, come ci hanno illustrato anche Giustino Catalano e Laura Gambacorta, organizzatori della serata, hanno origine nei tempi in cui non c’erano le cucine nelle abitazioni, e l’esigenza di sfamarsi faceva si che si mangiasse anche per strada: parliamo di tradizioni risalenti circa all’800….
I fritti di quei tempi erano fatti con lo strutto, ci si organizzava nei “bassi” e spesso gli artefici erano i pizzaioli che cercando di arrotondare le entrate, vendevano i fritti nei giorni di chiusura delle pizzerie dove lavoravano, dando cosi anche vita alla pizza “a otto”: si gustava la pizza e la si pagava dopo 8 giorni, e in questo modo anche il popolino aveva modo di sfamarsi e permettersi una pizza.
Nel tempo alle pizze fritte si sono aggiunte le classiche pizze al forno, la Margherita e la Napoletana, che non hanno bisogno di presentazione, ma che oggi, purtroppo, in libera deroga al rigido disciplinare che contraddistingue la Verace Pizza Napoletana, spesso sono stracaricate di ingredienti a scapito del gusto e della qualità, cosi che la “Pizza Napoletana sta diventando l’imitazione di se stessa”, come ha dichiarato Antonio Pace, Presidente dell’AVPN, al termine del suo intervento. In abbinamento i vini offerti dalle cantine Di Criscio: il classico Asprinio, frizzante per natura e tradizione,nella versione Spumante Brut V.S.Q, e Campania Aglianico IGT Barrique, piuttosto tannico, scelto proprio per equilibrare l’untuosità del fritto e del grasso dei ripieni.
La chiusura in dolcezza, con graffette e castagnole, fritte, of course, ad opera del pasticciere Francesco D’Alena, del Nautilus di Giugliano (Na).
I liquori da fine pasto, sono stati offerti dalla Distilleria Amato di San Giuseppe Vesuviano.
Cliccando qui altre foto della serata.