Il Migliaccio dolce di Carnevale (stavolta l’abbiamo fatto così…)

Foto2269
Del Migliaccio, uno dei dolci carnacialeschi napoletani, vi ho già parlato in questo post.
Questa è la versione molto più comune, che si differenzia dal precedente per la mancanza di crosta esterna.
A meno che non vogliate fare anche un regalo goloso, tenete presente che con queste dosi, ne vengono almeno 2 belli grandi, per cui regolatevi di conseguenza.
Se preferite, potete optare per una versione ancora più semplice che non prevede l’aggiunta di ricotta, fermo restando il resto degli ingredienti e il procedimento.
Se vi piace, ci sono alcune versioni cui  si aggiunge anche dell’uvetta e pinoli.
150 g di semolino
600 ml di latte
300 ml di acqua
30 g di burro o strutto più quello per le teglie
450 g di zucchero Eridania
300 g di ricotta (Noi preferiamo di pecora)
6 uova
scorza di 1 limone e di 1 arancia (non trattati)
1 bacca di vaniglia (o 1 bustina di vanillina)
sale
aroma di acqua millefiori
cubetti d’arancia canditi
Alcune ore prima, mettete in una pentola il latte (considerata l’aggiunta di burro uso lo scremato) e l’acqua, con le bucce intere del limone e arancia ben lavate e spazzolate, e lasciate in infusione.
Potete anche non aspettare e passare direttamente a bollire il latte, ma questo trucchetto vi consente di avere un prodotto finale più intensamente profumato.
Al momento della cottura, aggiungete il burro o lo strutto, q b di sale e portate a ebollizione, versate il semolino a pioggia e cuocete 5/8 minuti, quindi lasciate raffreddare. In questo passaggio se volete, eliminate le scorze, ma tenete qualcuna da parte, oppure lasciatele se preferite i profumi intensi, le eliminerete dopo.
Quand’è il momento,  setacciate la ricotta, poi con le fruste elettriche lavorate le uova con lo zucchero, l’aroma e la vaniglia, quindi unite il semolino privato delle scorze, e lavorate ancora.
Con la spatola aggiungete la ricotta setacciata e stemperate bene, se è il caso passate il tutto al setaccio o al passaverdura a fori piccoli, per eliminare eventuali grumi, e ottenete una crema omogenea.
Aggiungete i canditi e mescolate per amalgamarli, oppure, tritate finemente un po’ delle scorze tenute da parte e aggiungetele: la quantità dipende dal vostro gusto.
Foto2263 Foto2266
Piccolo appunto: Noi, come già sapete, non amiamo molto i canditi,  e men che meno quelli comprati al super che hanno colori e aspetto non proprio invitanti.
Oggi abbiamo fatto un'eccezione, avendo a disposizione canditi artigianali, di sicura provenienza, ancora avvolti nel loro sciroppo, non abbiamo lesinato nell’uso e abbiamo comunque aggiunto una piccola parte di scorze tritate: anche in questo caso, assicuratevi della provenienza e se poi avete un’amica come… Giovanna, che vi permette di accedere alle sue piantagioni… allora, non avete scuse. Approfittatene!!!!
A questo punto il composto è pronto per essere messo nella teglia imburrata, (che sarebbe poi il “ruoto” d’alluminio usato anche per la pastiera) e va infornato a 200° per circa 1’ora, finché non sarà ben dorato, quindi a tiepido si spolvera di zucchero semolato o, a freddo. di zucchero al velo.
Non resta che gustare un profumatissimo (se avete seguito tutti i consigli…) Migliaccio.
Foto2268