La genovese fujuta

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Del sugo alla Genovese, vi ho già parlato in un post di un po’ di tempo fa.
La versione che vado a proporvi oggi, è la versione della cucina povera, quella del popolo, che rispetto ai nobili non aveva sempre a disposizione la carne, che mancando, è appunto “fujuta”, scappata…
E’ ancora oggi diffusa, con parecchie piccole  varianti, secondo la disponibilità di ingredienti e perché no, l’umore del momento: chi aggiunge il battuto di sedano e carota e chi no, chi aggiunge pancetta a dadini o gambuccio di prosciutto, con un pomodorino, o la scorza di parmigiano… l’importante per un buon risultato è rispettare la lunga cottura, circa un paio d’ore, che ridurrà le cipolle in una crema densa e dolce, gustosissima, per accompagnare un bel piatto di pasta e non solo!
Ecco la semplicissima versione che propone Milady, fatta appunto con quello che c’era in frigo, che in quel momento era…povero!
Con queste dosi otterrete abbondante condimento per due piatti di pasta o anche tre.
1 cucchiaio di strutto
1 cucchiaio di olio evo
1 pezzetto di salsiccia secca a dadini
acqua o brodo vegetale quanto basta
150 g di pasta formato riccioli di La fabbrica della Pasta di Gragnano
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Pulire e affettare il più sottilmente possibile le cipolle: in questo caso un ottimo aiuto è dato dal vostro robot tutto fare che vi eviterà di piangere calde lacrime…
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Mettere in un largo tegame l’olio lo strutto e i pezzettini di salsiccia e lasciar rosolare leggermente, quindi aggiungere le cipolle, coprire e lasciar cuocere a fuoco medio- basso, aggiungendo di tanto in tanto un po’ di brodo vegetale o acqua.
La cottura ideale è di circa due ore, controllando che le cipolle non attacchino o brucino, alla fine si presenteranno morbide e cremose.
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Fate cuocere normalmente i riccioli, conditeli col sugo preparato e assaporate, accompagnando con un bicchiere di buon Gragnano (uno, mi raccomando!)
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