“A tavola con i Santi”, è il titolo della serata svoltasi il 19 febbraio scorso al Ristorante – Orto “Il Moera” di Avella.
Lo spunto è dato dall’accattivante libro “Santa Pietanza” (Guido Tommaso Editore) di Giovanna Esposito e Lydia Capasso, che durante la serata hanno stimolato la nostra curiosità con il racconto di alcuni aneddoti tratti appunto da “Santa Pietanza”.Non solo una raccolta di ricette da tutta Europa, ma anche curiosità, tradizioni e leggende spesso cruente e di derivazione pagana, raccontate in chiave non religiosa ma ironica e talvolta goliardica di Santi (che prima di esser tali sono stati uomini e donne anche loro, talvolta burloni e dispettosi, quasi sempre martirizzati) il cui culto è da sempre legato a ricette di cucina di vario genere che celebrano le ricorrenze ad essi legate.Per la serata Francesco Fusco ha scelto dal libro tre ricette, mentre per il dolce la quarta ricetta è stata affidata a Pasquale Pesce.Ad aprire la cena un’insalata di baccalà e arance, il Remojón de San Antón, in uso in Andalusia la sera del 16 gennaio vigilia della festa Sant’Antonio.Come primo un piatto che al Moera è ormai un classico, gli Spaghetti con alici e noci, tipici della vigilia, di cui a Sirignano (AV) si celebra un anticipo per S. Andrea, il 30 novembre. Quest’usanza è chiamata “Natale Piccirillo”, ossia piccolo, in quanto le celebrazioni sono le stesse del 24 dicembre ma in tono minore.Al culto di S. Anna a Ischia è legata la processione delle barche a mare, che ha luogo la sera del 25 luglio: dopo le preghiere sulle barche stesse, si consumava il Coniglio all’ischitana con pomodoro e peperoncino, profumatissima la versione di Francesco.
A S. Agata, celebrata il 5 febbraio a Catania, è dedicato il dolce di chiusura che ricorda nella forma un seno femminile: la tradizione vuole infatti che alla Santa i seni furono strappati con tenaglie dal suo aguzzino.
Le “Minne di S. Agata” devono essere servite alle donne due per volta.
La versione del dolce presentata da Pasquale è con frolla, ricotta e cioccolato, ricoperta anziché con naspro da un sottilissimo strato di croccante meringa asciugata a freddo.
Con le Minne sono state servite anche la “frolla S. Anna” una frolla alla cannella con involucro al cacao ideata da Pasquale e la sua colomba con mandorle e amarene. I vini Catalanesca del Monte Somma Igt 2016, Lapillo del Vesuvio Lacryma Christi del Vesuvio bianco Dop 2016 , Magma del Vesuvio Lacryma Christi del Vesuvio rosso Dop 2012, tutti dell’azienda vesuviana Poggio Ridente, seguiti dall’AmaRè dell’Antica Distilleria Petrone, hanno accompagnato la serata, che è stata coordinata da Laura Gambacorta.
Lo spunto è dato dall’accattivante libro “Santa Pietanza” (Guido Tommaso Editore) di Giovanna Esposito e Lydia Capasso, che durante la serata hanno stimolato la nostra curiosità con il racconto di alcuni aneddoti tratti appunto da “Santa Pietanza”.Non solo una raccolta di ricette da tutta Europa, ma anche curiosità, tradizioni e leggende spesso cruente e di derivazione pagana, raccontate in chiave non religiosa ma ironica e talvolta goliardica di Santi (che prima di esser tali sono stati uomini e donne anche loro, talvolta burloni e dispettosi, quasi sempre martirizzati) il cui culto è da sempre legato a ricette di cucina di vario genere che celebrano le ricorrenze ad essi legate.Per la serata Francesco Fusco ha scelto dal libro tre ricette, mentre per il dolce la quarta ricetta è stata affidata a Pasquale Pesce.Ad aprire la cena un’insalata di baccalà e arance, il Remojón de San Antón, in uso in Andalusia la sera del 16 gennaio vigilia della festa Sant’Antonio.Come primo un piatto che al Moera è ormai un classico, gli Spaghetti con alici e noci, tipici della vigilia, di cui a Sirignano (AV) si celebra un anticipo per S. Andrea, il 30 novembre. Quest’usanza è chiamata “Natale Piccirillo”, ossia piccolo, in quanto le celebrazioni sono le stesse del 24 dicembre ma in tono minore.Al culto di S. Anna a Ischia è legata la processione delle barche a mare, che ha luogo la sera del 25 luglio: dopo le preghiere sulle barche stesse, si consumava il Coniglio all’ischitana con pomodoro e peperoncino, profumatissima la versione di Francesco.
A S. Agata, celebrata il 5 febbraio a Catania, è dedicato il dolce di chiusura che ricorda nella forma un seno femminile: la tradizione vuole infatti che alla Santa i seni furono strappati con tenaglie dal suo aguzzino.
Le “Minne di S. Agata” devono essere servite alle donne due per volta.
La versione del dolce presentata da Pasquale è con frolla, ricotta e cioccolato, ricoperta anziché con naspro da un sottilissimo strato di croccante meringa asciugata a freddo.
Con le Minne sono state servite anche la “frolla S. Anna” una frolla alla cannella con involucro al cacao ideata da Pasquale e la sua colomba con mandorle e amarene. I vini Catalanesca del Monte Somma Igt 2016, Lapillo del Vesuvio Lacryma Christi del Vesuvio bianco Dop 2016 , Magma del Vesuvio Lacryma Christi del Vesuvio rosso Dop 2012, tutti dell’azienda vesuviana Poggio Ridente, seguiti dall’AmaRè dell’Antica Distilleria Petrone, hanno accompagnato la serata, che è stata coordinata da Laura Gambacorta.