Questo post è un po' lungo, ma merita tutta la vostra attenzione….
Per una volta, se potete, evitate il navigatore e fidatevi del vostro senso dell’orientamento: semmai aveste dubbi sulla retta via, potrete sempre chiedere a un passante!
Oppure, vi accorgerete, come è successo a noi, che per andare dove dovete andare impiegherete tre volte il tempo previsto, ritrovandovi per stradine e viuzze ai confini della realtà.
Una volta giunti a destinazione, Era Ora, avete a disposizione un comodo parcheggio, e potete quindi entrare: la sala è affollata, ma un tavolo espressamente riservato per Voi, aspetta di essere occupato.
Siamo a Palma Campania, in provincia di Napoli, dove lo Chef Pietro Parisi, ha deciso di tornare, dopo aver lavorato in Francia, Montecarlo, Svizzera e perfino negli Emirati Arabi.
Ed è qui, che Pietro, già allievo di Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse, apre il suo ristorante – laboratorio del gusto, “ERA ORA”, con annesso il Market Shop Gourmet Era Ora.
Pietro, fiero delle sue origini contadine, propone una cucina fatta di antichi ingredienti e sapori, riproposti con vivacità tale da nobilitarne le umili origini, rendendoli ricchi di profumi e sfumature sorprendenti, che ne esaltano la tradizionale personalità, rispettandone comunque la stagionalità, e sempre con attenzione alla leggerezza.
Sostenitore del Km 0 e dei produttori del suo territorio, ci racconta, sceglie i suoi fornitori nel raggio massimo di 3 km, caratterizzando posti e luoghi, e sperimentando di continuo nuove tecniche con l’uso di ingredienti o prodotti che altrove sarebbero considerati di “scarto”.
Il menù è ben ricco, c’è più che imbarazzo nella scelta: affidiamoci allo Chef !!!
Pochi minuti (il servizio è celere, anche con la sala piena) ecco arrivare, assieme al cestino dei pani caldi, un pacchero fritto, ripieno di ricotta su salsa di zucca napoletana: l’aspetto è invitante, ma all’assaggio non ci ha entusiasmate molto…
Vabbuo’, non tutto è perduto… sta già arrivando uno dei cavalli di battaglia di Pietro: la famosa parmigiana di melenzane cotta a vapore:
La preparazione, in un barattolo a chiusura ermetica, a parte il sugo è a crudo, le melenzane quindi non sono fritte.
Il risultato è una delizia, quasi una crema, con i sapori ben amalgamati e i profumi che vi “assaltano” all’apertura del barattolo.
Pietro alla fine ci ha fatto gentile omaggio di un barattolo: il giorno dopo, anche a freddo, è, semmai, ancora più deliziosa.
Neanche abbiamo fatto in tempo a fare la scarpetta, anche perché coi pani croccanti è un po' complicato, che c’è in tavola una fresca(in tutti i sensi), ricottina di fuscella, in una vera fuscella di giunco, come quelle di una volta, fatta non con caglio animale, ma con caglio di fico: qui i pani croccanti si riscattano!
Questa bontà è accompagnata da: scorzette di arancia e di limone candite (profumi inebrianti!), nettare di albicocche del Vesuvio, confettura di peperoni, e salsa di pomodorini del piennolo: come si fa a decidere quale si accompagna meglio??????????
E questo, cosa sarà mai? Presto detto: Prosciutto di annecchia (vitello), con erba portulaca (o porcellana) e scaglie di primo sale: qui, le foglie carnose e gradevolmente mucillaginose della “pichiacchella”, (nome popolare con cui questa erba spontanea, considerata pure infestante, è conosciuta,) dal sapore aromatico e mordente, esaltano il gusto sapido di questo particolare prosciutto.
Mentre commentiamo ancora la portata precedente, notiamo che alcuni commensali guardano con curiosità e stupore al nostro tavolo: sono arrivate, con tanto di tizzoni ardenti, le patate cotte nella brace, accompagnate da tocchetti di pomodoro San Marzano, una panna di bufala resa più gustosa dalla sorprendente unione con alici di Cetara, prezzemolo, e cipolline di Montoro in agrodolce.
Pare proprio che lo Chef abbia deciso di stupirci con effetti speciali e ci sta riuscendo benissimo. E mica finisce qui…nohoooo!
Abbiamo visto passare uno stuzzicante secchiello di frittura di pesce…si potrebbe avere un assaggio pure di quello?
Vediamo… ma intanto ci arriva un coloratissimo,fresco e croccante “sushi del contadino”, con annesse salsine: soia, gazpacho di pomodori, maionese all’arancia, e salsa agrodolce.
Volevate pesce? E sia: espressamente per voi, un carpaccio di pinna di tonno, con bucce di melenzana scottate, mostarda di zucca, arancia e peperoncino, con cipolla di Tropea.
Qui Pietro “gioca” un po' con ingredienti di “scarto”: usa la buccia delle melenzane come contorno, di un carpaccio ottenuto da una pinna di tonno, dai più considerata poco “nobile”, e che serve dopo una stagionatura di 6 mesi. Qui é inoltre accompagnata dal “viscuotto” ossia un biscotto di pane secco e poi inzuppato.
Cominciamo ad essere sazie, non resta che poco spazio, ma le sorprese continuano: ecco il succulento secchiello di frittura di pesce, su una sfiziosa e croccantissima “paglia” di patate fritte:
al primo morso del calamaro, senti il mare… Pietro e sua sorella Rachelina, si prestano allegramente per la foto ricordo, nonostante siano esausti.
Una piccola pausa di….deframmentazione, a questo punto è necessaria, giusto per ricreare un piccolo spazio: mica vorrete rinunciare proprio ai dolci?!Deliziosi sorbetti, al limone, pesca e albicocca, rinfrescano le vostre papille gustative, preparandole all’apoteosi finale:
La frolla con crema e albicocche del Vesuvio col suo nettare.
Già in un’ altra occasione abbiamo assaggiato questa meraviglia, ma non ci aveva colpito più di tanto: questa volta invece, ci ha piacevolmente sorpreso la particolare frollosità del guscio, e il delicato sentore di vaniglia della crema: uniti al all’acidulo del nettare è un’estasi di sapori.
Ma la vera esplosione, per noi che amiamo particolarmente i dolci di sfoglia, è stata questa:
Una eccellente, friabilissima, eterea, sublime sfoglia al burro di bufala, con crema pasticciera, senza vaniglia, con ciliegie di Bracigliano, servita tiepida: qui la crema ha una percentuale di latte di bufala, che conferisce particolare pienezza, pastosità e cremosità senza l’uso di panna, e la sfoglia, pur essendo friabilissima, non si sbriciola al taglio: il segreto è nella lavorazione: vengono dati i primi “giri” alla pasta, che viene fatta poi riposare in frigo almeno 24 ore, quindi viene rilavorata e utilizzata: e questi sono i risultati!
Siamo riusciti a stuzzicare il vostro appetito e a farvi programmare una visita da Era Ora?
Che altro dire? Pietro alla fine, nonostante gli impegni in cucina, si è intrattenuto piacevolmente con noi, rispondendo a tutte le nostre domande e a quelle di altri ospiti in sala: è stato applaudito e promosso a pieni voti…
E il prezzo? assolutamente onesto!
Era Ora
Via Trieste, 147
Palma Campania (NA)
Info e prenotazioni
339 858 75 91